Skip to main content

Molto più di un semplice acronimo. E sempre più una indispensabile chiave di lettura. Del presente e del futuro. Stiamo parlando di D-ESG, una sigla sinonimo di “un nuovo modo antropologico di guardare e leggere il mercato”, come ha detto Francesco Di Ciommo, ideatore e presidente di “FDC Consulting – Digital ESG”, società di consulenza per aziende che vogliono essere virtuose, al convegno “(R)Evolution – Digital ESG”, che si è tenuto mercoledì 4 dicembre presso l’Aula Magna del Dipartimento di Management “Valter Catino” dell’Università di Torino.

Un evento organizzato proprio da “FDC Consulting” e dallo stesso Dipartimento, rappresentato dalla Professoressa ordinaria di Pianificazione e controllo strategico nonché Direttrice del Master in “D-ESG e Responsabile d’Impatto”, Francesca Culasso. Patrocinata dalla Regione Piemonte, presente con l’Assessore Assessore al Bilancio, Finanze, Programmazione economico-finanziaria, Patrimonio, Sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese della Regione Piemonte Andrea Tronzano, l’iniziativa è stata un’opportunità straordinaria per parlare dell’importanza socio-economica dei valori ESG e per approfondire gli strumenti a supporto della trasformazione virtuosa per le aziende della Regione Piemonte.

D-ESG: Francesco Di Ciommo

Moderato dal giornalista Andrea Cenni (Direttore Editoriale Mediapress), il dibattito si è tenuto davanti a una platea di circa trecento esponenti delle aziende del territorio. Ai quali Di Ciommo ha parlato della svolta impressa dai concetti D-ESG nella società odierna e del valore da loro assunto agli occhi del mercato. Al punto da non poterne più fare a meno. “Quando, quattro anni fa, mi parlarono parlato di requisiti ESG, credevo fosse l’ennesima certificazione da dover acquisire dietro pagamento. Invece mi sono accorto che non è così. È successo con la pandemia” ha detto, richiamando la sua esperienza al vertice di Ford Authos. “Abbiamo capito che D-ESG non era una moda, né solo etica, ma pratica. E che non potevamo farne a meno, se avremmo voluto sopravvivere”. Per cui è partito il processo di implementazione delle sue componenti: digitale, sostenibilità, inclusione e corretta governance.

A recitare la parte del leone, il tema del digitale, sinonimo della capacità di adeguarsi al cambiamento dei tempi: “L’innovazione è un linguaggio che cambia e va seguito. Le nuove tecnologie sono nuovi mercati, strumenti e opportunità, non dei limiti” ha sottolineato Di Ciommo, ponendo lo sguardo sulla decisività, nella definizione dei modelli di business di un’azienda, della capacità di lettura del mercato da parte dell’imprenditore.

Per questo, prima di tutto, bisogna parlare di “cambiamento culturale. Un imprenditore deve guardare fuori da sé, vedere dove va il mondo e saperlo interpretare insieme ai nuovi orientamenti del mercato” ha proseguito Di Ciommo. Chiare le sue idee sulla cabina di regia: “Chi comanda, oggi, è il consumatore. Bisogna quindi adeguarsi alle sue esigenze”. Per cui le imprese che non si metteranno in discussione, rimanendo arroccate nelle loro politiche interne, saranno destinate a soccombere. Perché genereranno sfiducia nei consumatori: “La Generazione Zeta premia le aziende che scelgono la sostenibilità. La qualità di scelte del cliente si basa sul 40% di sostenibilità come investimenti dell’azienda”. E perché non attrarranno capitali: “Se un’azienda non è ESG, non attrae. Se non fai capire che cosa stai facendo, non ispiri fiducia e gli investitori decidono di non finanziare”.

Il tema della fiducia da parte di istituti di credito e stakeholders verso le realtà che vorranno essere sostenibili, è stato affrontato dalle altre personalità presenti. Come Guido Cerrato, Direzione Area Sviluppo del Territorio e Regolazione del Mercato della Camera di Commercio di Torino: “Noi, come Camera di Commercio, siamo di supporto alle piccole imprese che investono in ESG, attraverso informazioni, servizi, progetti e soldi. Come webinar sui temi della sostenibilità, sportelli e forme di supporto per l’accompagnamento verso il report di sostenibilità, percorsi di comunicazione delle attività ESG svolte e finanziamento di bandi”.

Alberto Bonaccorso, Responsabile ESG Competitive Landscape, Intesa Sanpaolo, si è soffermato sull’impegno concreto delle banche: “Il nostro pieno impegno di supporto alle aziende è dimostrato dal piano d’Impresa 2022-2025 dove la sostenibilità è uno dei quattro pilastri. Abbiamo dato un plafond di 88 mld euro di supporto alla transizione ecologica”. Fatti che dimostrano quale sia la direzione da seguire.

Lo hanno confermato anche Gianluigi Monti, Sustainability Advisor di Unione Industriali Torino: “La sostenibilità è lo strumento per rimanere competitivi sul mercato. Molte aziende utilizzano l’argomento sostenibilità per ritornare competitivi sul mercato”. E Fiorenzo Tagliabue, CEO SEC Newgate: “Siamo davanti a una relazione parabolica. Nel senso che un’azienda che investe in ESG nel medio-lungo periodo è in grado di raggiungere risultati economico finanziari significativi. Mentre un’azienda che decidesse di far finta di investire in ESG, difficilmente riuscirebbe a recuperare l’investimento effettuato”.

D-ESG: Andrea Tronzano

Inevitabile l’apporto delle istituzioni. “Sostanzialmente, vogliamo porci come leader italiani all’interno di questo settore ESG, perché abbiamo capito che questo tipo di criteri è essenziale per la nostra e vostra competitività” ha dichiarato l’Assessore Tronzano. E la Regione Piemonte è già attiva sul tema, come spiegato dal suo Responsabile settore Promozione dello Sviluppo Economico e Accesso al Credito per le Imprese, Paolo Furno: “Le risorse ci sono, saranno sicuramente il primo bando come successo su Digitalizzazione, partirà su una decina di milioni. Andremo sull’acquisizione del numero di imprese piemontesi del rating ESG e supporteremo i loro percorsi di miglioramento di questo punteggio”.

Ma il cambiamento culturale ed economico evocato da Di Ciommo, per andare avanti, avrà bisogno dei giovani. Loro rappresentano non solo i futuri consumatori, ma anche coloro in grado di leggere, rendicontare e implementare i criteri D-ESG.

Per condurre le aziende in questo percorso, saranno determinanti le loro competenze. Che acquisiranno grazie al Master in “D-ESG e Responsabile d’Impatto diretto dalla professoressa Culasso, il primo in Italia a formare professionisti D-ESG, che ne ha ricordato l’importanza: «Credo che il Made in Italy, anzi il Made in Piemonte, affiancato all’ESG rappresenti una somma incredibilmente virtuosa e decisiva per il futuro di questo territorio e non solo. Per noi la sostenibilità è l’elemento essenziale di ogni innovazione. Non arriva dopo, ma prima. E in questo master è il fulcro, ovvero il nucleo da cui si origina poi tutto il panel delle competenze che i nostri studenti apprendono. Quelli del primo anno ormai sono in aria di tirocinio, mentre il secondo giro partirà a maggio».

D-ESG: Francesca Culasso
Close Menu