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Rating di sostenibilità: cos’è e come può favorire il business

Autore: 14 Luglio 2025No Comments6 minuti di lettura

Se lavori in azienda, prima o poi ti sarai chiesto: cos’è il rating di sostenibilità? E perché ormai ne parlano tutti: banche, clienti, fornitori, persino i bandi pubblici. Non è una moda. È un segnale chiaro di dove sta andando il mercato. Il rating ESG, per chi ancora ha dubbi, è una valutazione esterna e indipendente che misura quanto un’impresa sia coerente con i principi environmental, social e di governance. In parole semplici? Quanto impatti sull’ambiente, come tratti le persone e quanto è solida e trasparente la tua struttura di comando.

Rating ESG: cosa significa davvero per un’impresa

Non è solo una sigla. È un modo per capire se stai costruendo qualcosa che durerà. Il rating ESG è una fotografia completa del tuo approccio al futuro. Valuta le tue emissioni di CO2, le tue pratiche lavorative, come fai la gestione dei rifiuti, se investi in energie rinnovabili, se promuovi la responsabilità sociale e le pari opportunità all’interno.

È una valutazione che può sembrare scomoda, ma è proprio quello il punto. Serve a farti vedere quello che non stai guardando. A dirti dove puoi migliorare l’efficienza, dove rischi di perdere fiducia e dove puoi giocarti un vantaggio competitivo vero.

Chi fa il rating e come viene assegnato

Ci sono diverse agenzie specializzate. Alcune internazionali, altre locali. Ogni agenzia ha un suo metodo, ma tutte si basano su dati concreti. Nessuno ti chiederà come la pensi. Ti chiederanno che dati hai. Su cosa? Su tutto:

  • Emissioni dirette e indirette
  • Uso di materie prime e risorse naturali
  • Condizioni di lavoro e sicurezza interna
  • Presenza femminile nel consiglio di amministrazione
  • Procedure anticorruzione e trasparenza finanziaria

Più sei aperto, più puoi ottenere una valutazione positiva. Non serve essere perfetti. Serve dimostrare che stai migliorando, che stai monitorando e che non nascondi la polvere sotto al tappeto.

Perché molte aziende stanno puntando sul rating ESG

Perché i benefici sono concreti. Basta girarci intorno. Un rating ESG alto significa:

  • Accesso più semplice a finanziamenti agevolati
  • Miglior posizionamento nei bandi pubblici
  • Fiducia da parte di investitori e stakeholder
  • Maggiore attrattività per i talenti
  • Solida reputazione aziendale

In pratica: diventi un partner più desiderabile. Un fornitore più affidabile. Un datore di lavoro più credibile. In un mondo dove il rischio si misura anche in reputazione, mitigare i rischi è diventata una priorità per tutti.

Impatto ambientale e cambiamento climatico: come si misura

Uno dei temi più sensibili del rating è proprio l’impatto ambientale. E no, non si parla solo di piantare alberi. Si parla di:

  • Quante tonnellate di CO2 produce la tua azienda
  • Quanta acqua consumi per unità di prodotto
  • Quanta parte della tua energia proviene da energie rinnovabili
  • Come gestisci i materiali di scarto e i rifiuti industriali

Tutti questi indicatori vengono misurati, confrontati, contestualizzati. Se sei un’azienda energivora ma hai un piano serio per ridurre l’impatto nei prossimi anni, il tuo rating ne tiene conto. Se invece ignori tutto e continui come se fossimo nel 2002, il tuo punteggio crolla.

Fattori sociali: le persone al centro

Il blocco “social” del rating ESG guarda dentro. Esamina le tue politiche di inclusione, il benessere dei dipendenti, la sicurezza, la parità. Conta quante donne guidano progetti, quanti contratti sono stabili, se esistono percorsi di crescita.

In particolare, le agenzie osservano:

  • Presenza di pari opportunità e inclusività
  • Qualità delle pratiche lavorative
  • Welfare aziendale, salute mentale, sicurezza
  • Iniziative di responsabilità sociale verso il territorio

Tutti aspetti che incidono sempre di più sulla capacità di trattenere talenti e crescere in modo sano.

Governance: la trasparenza che crea fiducia

Il terzo pilastro, la G di Governance, è spesso quello meno visibile. Ma è quello che regge tutto. Le agenzie valutano:

  • Chi prende le decisioni e come
  • Se il consiglio di amministrazione è diversificato e competente
  • Se ci sono comitati interni su sostenibilità e compliance
  • Come vengono gestiti conflitti di interesse e segnalazioni interne

Una governance chiara crea fiducia. E la fiducia è ciò che ti permette di navigare nelle tempeste. Di affrontare un richiamo, un problema produttivo, un cambio di scenario senza perdere tutto.

Come ci si prepara al rating ESG

La verità è che non si improvvisa. Chi vuole affrontare un percorso serio di rating ESG deve:

  • Mappare i propri impatti ambientali, sociali e organizzativi
  • Creare un sistema di raccolta dati costante e affidabile
  • Identificare i KPI chiave per il proprio settore
  • Redigere un bilancio di sostenibilità (GRI, ESRS, o altro standard)
  • Definire obiettivi concreti per i prossimi 2-3 anni

E soprattutto, non farlo da solo. Servono competenze. Serve un confronto continuo con chi ha già affrontato questo processo. Con chi ha sbagliato, migliorato, imparato.

Un rating può davvero favorire il business

Sì, e succede già. Ogni giorno. Chi ha un buon rating ESG viene chiamato prima. Viene selezionato di più. Viene considerato più stabile, più interessante, più meritevole.

Il motivo è semplice: in un mondo dove il rischio è ovunque, chi dimostra di saperlo gestire è un passo avanti. E il rating ESG è proprio questo: un modo per dire “non siamo perfetti, ma sappiamo dove stiamo andando”.

Da controllo a leva strategica

Inizialmente, il rating ESG viene vissuto come un controllo. Come un giudizio esterno. Poi succede una cosa interessante: diventa una leva interna di cambiamento. Un driver di crescita, una base per rivedere processi, investimenti, decisioni.

Molte aziende raccontano che grazie al percorso ESG hanno migliorato:

  • Il dialogo tra dipartimenti
  • La qualità delle decisioni del board
  • La chiarezza sugli obiettivi a medio termine
  • L’attrattività verso nuovi mercati

Il rating, insomma, non è solo una questione da compliance. È una scelta di posizionamento.

Il futuro? Appartiene a chi si misura

Nel mondo che viene, non bastano buone intenzioni. Serve metodo. Serve trasparenza. Serve una cultura che metta al centro la sostenibilità, non come slogan, ma come modo di fare impresa.

Il rating ESG diventerà una condizione per esistere nei mercati più avanzati. Per entrare in alcune supply chain. Per accedere a capitali. Per essere scelti, ascoltati, ricordati.

E allora la domanda non è se farlo. Ma quando iniziare. E soprattutto, come usarlo per diventare davvero migliori.

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