Digitalizzazione dei modelli di business, apertura al cambiamento e capacità di comunicare. Sono i requisiti che dovranno possedere i manager D-ESG del futuro. Lo ha spiegato Francesco Di Ciommo, presidente di FDC Consulting, la sua società di consulenza con sede a Torino, nel corso della lezione tenuta agli studenti del primo master in “D-ESG e Responsabile d’impatto”, il corso di perfezionamento post-universitario attivato sempre da FDC Consulting insieme al Dipartimento di Management “Valter Cantino” dell’Università di Torino e finalizzato alla formazione di questa nuova figura professionale che sarà indispensabile per le aziende del domani. Perché avrà il compito di “aiutare gli imprenditori ad andare in una direzione diversa”, guidandoli verso le migliori soluzioni per essere socialmente responsabili, acquisire la certificazione ESG e rimanere competitive sul mercato. Un trinomio inevitabile per rispondere alle inevitabili sfide imposte dal cambiamento dei tempi e per essere più credibili agli occhi di stakeholder e investitori.
Per spiegare l’importanza dei requisiti di un manager D-ESG del domani, Di Ciommo ha portato l’esempio della sua esperienza alla guida di Ford Authos. Dove arrivò nel 2014, raccogliendo un’azienda che navigava in pessime acque. Solo cinquanta dipendenti, appena 300.000 euro in cassa, amministrazione controllata da parte delle banche e fallimento dietro l’angolo. Per evitare il naufragio, Di Ciommo operò un cambiamento culturale del modello di business dell’azienda. Dopo aver individuato le perdite, derivate soprattutto dalla pubblicità cartacea, estremamente dispendiosa e altrettanto infruttuosa, attuò una rivoluzione digitale. Fu la carta vincente per conquistare la fiducia delle banche, scettiche all’inizio, ma poi sempre più propense a concedere credito. Un convincimento dovuto in gran parte alle competenze.

Nel suo rivoluzionario processo di innovazione Di Ciommo attuò una serie di processi interni, incidendo in minima parte sui bilanci e creando nuove figure professionali in grado di utilizzare al meglio le nuove tecnologie e i nuovi canali di comunicazione. Come i social network, attraverso i quali Authos raggiunse tutta la popolazione di Torino e provincia presente su Facebook. Successivamente, attraverso un percorso di engagement basato sulla gestione del lead, “l’ultima goccia di acqua nel deserto” come ama definirlo Di Ciommo, che prevede l’ascolto delle esigenze del cliente e l’individuazione della soluzione per lui più congeniale, Authos centrò tre obiettivi decisivi per la sua rinascita: abbattimento dei costi, aumento delle vendite e crescita della credibilità nella social community, aspetto indispensabile per estendere il suo bacino di utenza.
La rivoluzione digitale ha visto l’affermazione di un’altra idea di Di Ciommo: la vendita online. Una soluzione messa a punto per fronteggiare il lockdown imposto dalla pandemia, durante il quale Authos riuscì a vendere ben 500 auto da remoto. E grazie a questo nuovo mindset in pochi anni è passata da essere al 90% in default a essere un’azienda in bonis. Cioè, un’azienda sana. Ma non solo. Il modello di business introdotto da Di Ciommo ha conquistato l’attenzione e i favori delle sedi Ford di tutto il mondo, che lo hanno importato nei loro principali showroom e ha ricevuto parole di encomio anche da parte di Elena Ford, erede di Henry Ford II.

I futuri manager D-ESG dovranno tenere a mente che la capacità di adeguarsi al cambiamento dei tempi è un processo perpetuo. Oggi in Authos si traduce nell’utilizzo di un’altra innovazione tecnologica: l’intelligenza artificiale. Il reparto officina dell’azienda non riusciva a gestire tutte le chiamate, finendo per perdere alcuni clienti. Così, facendo ricorso all’IA, è stato messo a punto un servizio di prima risposta che consente l’intera gestione del flusso di telefonate. Tanto da passare dal 70 al 100% di produttività. Ma perché ciò riesca, è stato necessario investire nella formazione del personale. Un altro compito per i manager D-ESG sarà far capire all’imprenditore come questo passaggio non sia una spesa bensì un investimento poi premiato dai risultati.
Inoltre, per un imprenditore sarà importante prendere decisioni non secondo le proprie convinzioni, ma con uno sguardo predittivo. Come nel caso delle aperture delle sedi Authos anche ad agosto, che si sono rivelate una carta vincente nonostante la diffusa convinzione che in quel mese dell’anno, tradizionalmente riservato alle vacanze, nessuno potesse avere bisogno di comprare un’auto.
Da ultimo, sarà importante anche la capacità di comunicare i propri risultati. Una volta conseguita la certificazione ESG, durante il percorso stesso finalizzato alla sua acquisizione, o comunque nello svolgimento della sua attività, un’impresa dovrà veicolare all’esterno il proprio operato. Mediante contenuti emozionali che consentano al pubblico di comprenderne i valori e, a essa stessa, vedere aumentata la propria reputazione.
